Non lasciare indietro nessuno

Il coraggio
di Artemisia

La donna è uscita dalla costola dell’uomo: non dai piedi perché dovesse essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale…
un pó più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere amata.

– William Shakespeare

La violenza che non fermò Artemisa Gentileschi,
donna e pittrice

Artemisia Gentileschi (1593-1654), nel 1611, quindi ancora molto giovane, ha subito una violenza carnale da parte del suo insegnante di prospettiva, Agostino Tassi.
Lo stupro è stato solo l’inizio di una lunga violenza psicologica e fisica che la pittrice ha dovuto subire da parte dello stesso Tassi, ma non solo.

La legge e la società dell’epoca infatti non tutelavano sufficientemente le donne, le loro scelte e i loro diritti, anzi, tanto è vero che Artemisia, inizialmente non ebbe alcuna possibilità di fruire dello stimolante scenario intellettuale ed artistico romano, dovendo imparare a dipingere soltanto in casa, sotto la guida del padre.

LE PERCENTUALI

Dati ISTAT che fanno riflettere

31,5%
tra i 16 e
i 70 anni

Ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale.

13,6%
delle
donne

Ha subìto violenze fisiche o sessuali da partner o ex partner

24,7%
delle
donne

Ha subìto almeno una violenza fisica o sessuale da parte di estranei

Tutti i dati

Il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).

Ha subìto violenze fisiche o sessuali da partner o ex partner il 13,6% delle donne (2 milioni 800 mila), in particolare il 5,2% (855 mila) da partner attuale e il 18,9% (2 milioni 44 mila) dall’ex partner. La maggior parte delle donne che avevano un partner violento in passato lo hanno lasciato proprio a causa delle violenza subita (68,6%). In particolare, per il 41,7% è stata la causa principale per interrompere la relazione, per il 26,8% è stato un elemento importante della decisione.

Il 24,7% delle donne ha subìto almeno una violenza fisica o sessuale da parte di uomini non partner: il 13,2% da estranei e il 13% da persone conosciute. In particolare, il 6,3% da conoscenti, il 3% da amici, il 2,6% da parenti e il 2,5% da colleghi di lavoro.

Le donne subiscono minacce (12,3%), sono spintonate o strattonate (11,5%), sono oggetto di schiaffi, calci, pugni e morsi (7,3%). Altre volte sono colpite con oggetti che possono fare male (6,1%). Meno frequenti le forme più gravi come il tentato strangolamento, l’ustione, il soffocamento e la minaccia o l’uso di armi. Tra le donne che hanno subìto violenze sessuali, le più diffuse sono le molestie fisiche, cioè l’essere toccate o abbracciate o baciate contro la propria volontà (15,6%), i rapporti indesiderati vissuti come violenze (4,7%), gli stupri (3%) e i tentati stupri (3,5%).

Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici. Anche le violenze fisiche (come gli schiaffi, i calci, i pugni e i morsi) sono per la maggior parte opera dei partner o ex. Gli sconosciuti sono autori soprattutto di molestie sessuali (76,8% fra tutte le violenze commesse da sconosciuti).

Le donne straniere hanno subìto violenza fisica o sessuale in misura simile alle italiane nel corso della vita (31,3% e 31,5%). La violenza fisica è più frequente fra le straniere (25,7% contro 19,6%), mentre quella sessuale più tra le italiane (21,5% contro 16,2%). Le straniere sono molto più soggette a stupri e tentati stupri (7,7% contro 5,1%). Le donne moldave (37,3%), rumene (33,9%) e ucraine (33,2%) subiscono più violenze.

Le donne straniere, contrariamente alle italiane, subiscono soprattutto violenze (fisiche o sessuali) da partner o ex partner (20,4% contro 12,9%) e meno da altri uomini (18,2% contro 25,3%). Le donne straniere che hanno subìto violenze da un ex partner sono il 27,9%, ma per il 46,6% di queste, la relazione è finita prima dell’arrivo in Italia.

Questi dati non dovrebbero però scoraggiare le donne a denunciare, bensì incoraggiare chiunque possa, all’interno del proprio lavoro, entrare in contatto con le donne vittima di violenza, a formarsi sulla questione e sanare le falle del sistema.

Perché nessuna donna merita di vivere nella violenza e i cavilli legali, burocratici o operativi non dovrebbero essere un motivo per rimanervi.

RIPRENDI IN MANO LA TUA VITA!

Entra nel nostro network di protezione e fatti seguire, ti offriamo:

01

Tutela
Legale

Seguiamo le vittime di violenza, definendo la migliore strategia legale, in ogni fase del procedimento penale e civile scaturenti dall’abuso subito.

02

Sostegno
Psicologico

Seguiamo le vittime di violenza, offrendo un percorso assistito, grazie all’ausilio di Psicologi esperti, ed una metodologia di approccio basata sull’ascolto attivo oltre ad un approccio empatico e non giudicante.

03

Arti
Marziali

Seguiamo le vittime di violenza nella pratica delle arti marziali, votate all’autodifesa, al fine di aiutarle a sviluppare fiducia in se stessi, forza fisica e forza mentale, rendendole meno suscettibili alla manipolazione ed alla coercizione.

04

Formazione per l’occupazione

Seguiamo le vittime di violenza, grazie alla collaborazione con le più importanti Agenzie per il Lavoro, professionisti della ricerca e selezione del personale, operatori della formazione, esperti Business Coach, al fine di tracciare un bilancio di competenze e supportare la vittima di violenza lungo un percorso di emancipazione sociale ed economica che avverrà attraverso l’inserimento, ovvero il reinserimento, nel
mondo del lavoro.

05

Contratto di Lavoro

Seguiamo le vittime di violenza, preoccupandoci anche di ricercare aziende partner che possano mettere a disposizione (al termine del percorso dei 5 passi), un contratto di lavoro subordinato (CTD o CTI) ovvero un contratto di lavoro in apprendistato, oltre ad un servizio di tutoraggio.

Cosa facciamo

Il progetto “il coraggio di ARTEMISIA”, si propone di creare, intorno alle donne ed ai bambini vittime di ogni forma di violenza, fisica o sessuale, diretta o assistita, una rete di protezione ed aiuti provenienti da un network di professionisti con l’obiettivo preciso di creare un ambiente protetto ove recuperare la propria dignità, la propria libertà ed emanciparsi, anche lavorativamente, affermando la propria personalità ed indipendenza….. proprio come ha fatto Artemisa che, con grande coraggio, ha lottato contro un intero sistema, giuridico e valoriale, per ottenere la condanna del proprio aguzzino ed affermarsi nella società da un punto di vista professionale.

In questa rivoluzione, vogliamo che ogni donna che si rivolge a NOI, non sia sola e venga seguita da una Equipe di professionisti per tutto il tempo necessario a vincere le proprie sfide, interiori ed esteriori fino all’inserimento o al reinserimento nel mondo del lavoro.